Tutti gli articoli

Domande Illegali Durante Un Colloquio Di Lavoro

Domande illegali che potrebbero porti ad un colloquio di lavoro: quali sono e come rispondere

Durante un colloquio di lavoro  ci sono alcune domande che un datore/trice di lavoro per legge non dovrebbe porre, per consentire un’uguaglianza di trattamento e prevenire situazioni di discriminazione in base a razza, religione, orientamento sessuale o altre caratteristiche protette dalla legge.

Ad esempio, nessuno può chiederti “Hai mai avuto problemi con il tuo precedente datore di lavoro?”, così come non ti possono essere poste domande che riguardano la tua salute o la tua situazione relazionale o familiare.

Purtroppo, però, queste domande spesso continuano ad essere fatte, e per questo è importante sapere quali sono vietate dalla legge e prepararsi per sapere come affrontarle.

Cosa vedremo in questo articolo:

  • Età, stato civile, disabilità;
  • Orientamento sessuale;
  • Opinioni politiche;
  • Religione e pratiche religiose;
  • Salute;
  • Famiglia
  • Origini ed etnia

Domande illegali sulle informazioni personali

La prima categoria di domande illegali riguarda le informazioni personali. Queste includono domande su età, stato civile, orientamento sessuale, religione, etnia e disabilità. Il datore di lavoro non ha il diritto di chiedere queste informazioni durante un colloquio di lavoro. In caso contrario, potrebbe incorrere in violazioni delle leggi sulla privacy e della parità di trattamento.

In questi casi, è importante rispondere in modo educato e professionale. Ad esempio, se ti viene chiesto il tuo stato civile, puoi rispondere dicendo che preferisci non discutere la tua vita privata, ma che sei disponibile a parlare delle tue qualifiche e delle tue esperienze lavorative.

Domande sull’orientamento sessuale

Il datore di lavoro non può farti domande sul tuo orientamento sessuale o relazionale come: hai una compagna o un compagno? Sei eterosessuale o omosessuale?

Se ti fanno una domanda del genere, la tua risposta potrebbe essere che la tua sessualità è una questione personale e che preferisci non discuterne in un contesto professionale.

Domande illegali sulle opinioni politiche

Il datore di lavoro non ha il diritto di chiedere le tue opinioni politiche o le tue affiliazioni politiche durante un colloquio di lavoro. Queste informazioni non sono pertinenti al tuo lavoro e possono essere considerate come discriminazione.

Come rispondere: Puoi rispondere educatamente dicendo che non ti senti a tuo agio nel discutere le tue opinioni politiche durante un colloquio di lavoro. Invece, puoi parlare delle tue abilità e delle tue esperienze lavorative.

Domande illegali sulla religione

Il datore di lavoro non può fare domande sulla religione. Alcuni esempi di domande illegali potrebbero essere: qual è la tua religione? Segui una particolare fede religiosa? Pratichi il Ramadan?

Come rispondere: Se ti fanno una domanda del genere, puoi rispondere che la tua religione è una questione personale e che preferisci non discuterne in un contesto professionale.

Domande illegali sulla salute

Il datore di lavoro non ha il diritto di chiedere informazioni sulla tua salute durante un colloquio di lavoro. Queste informazioni sono protette dalla legge sulla privacy e dal diritto alla non discriminazione. Il D.L. 276 del 2003 protegge da domande relative a stato di salute e disabilità. Fanno eccezione i candidati che appartengono a categorie protette, che devono dichiarare l’appartenenza sul proprio CV per poter essere agevolati nella ricerca di un’occupazione e/o nell’inserimento in un’azienda.

Come rispondere: Puoi rispondere dicendo che sei in grado di eseguire le funzioni del lavoro. Se il datore di lavoro ti chiede di sottoporsi a un esame medico, dovrebbe essere solo dopo aver accettato l’offerta di lavoro e come parte del processo di verifica delle referenze.

Domande illegali su figli e e progetti di famiglia

Il datore di lavoro non ha il diritto di chiedere se sei incinta o se hai intenzione di avere figli. Il Codice delle pari opportunità fra uomo e donna (D.L. 198 del 2006) proibisce qualsiasi discriminazione fondata su sesso e orientamento sessuale; stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza; stato di maternità o paternità, sia naturale che adottiva, gestione della famiglia (non può esserti chiesto se i tuoi figli/e sono accuditi da nonni, baby sitter ecc) e professione dei genitori del candidato.

In una situazione del genere puoi rispondere dicendo che non vuoi discutere della tua vita privata e che sei concentrato sul lavoro. Inoltre, puoi aggiungere che la tua situazione familiare non influirà sulla tua capacità di svolgere il lavoro.

Domande illegali su origini e/o etnia

Il datore di lavoro non ha il diritto di chiedere informazioni sulle tue origini durante un colloquio di lavoro. Queste informazioni possono essere usate per discriminare le persone in base alla loro razza o origine etnica.

Come rispondere: Puoi rispondere dicendo che non vuoi discutere le tue origini in quanto non è un dato rilevante per valutare le tue competenze, capacità ed esperienze.

Ti è mai capitato che ti fossero poste domande illecite durante un colloquio? Noi speriamo di no, ma nel caso, adesso sarai maggiormente preparata/o ad affrontare situazioni di questo tipo.

Le ultime dal blog

Consigli e guide per la tua nuova carriera.

In che campo cerchi lavoro?